Lunedì 29 Aprile 2024

Giro d'Italia 2017, ecco perché sarà durissimo

Nibali: «A memoria non ricordo una gara così dura». Aru: «La crono finale sarà decisiva»

Fabio Aru e Vincenzo Nibali (Ansa)

Fabio Aru e Vincenzo Nibali (Ansa)

Milano, 26 ottobre 2016 - Va sulle isole, sale sui vulcani, incrocia la storia e celebra le bellezze d’Italia: sulla carta non manca niente al Giro numero 100, che con abbastanza cronometro (67 chilometri, il doppio del Tour) e un campionario di salite esagerato (due volte lo Stelvio nella stessa tappa) ha già scelto l’identikit del vincitore. In sala parto ci sono i due più probabili, Vincenzo Nibali e Fabio Aru, unici big sicuri per una corsa che speciale non è soltanto per la ricorrenza: di percorsi così severi se ne trovano pochi sfogliando il lungo racconto rosa.

È già un messaggio: nell’albo d’oro come centesimo vincitore entrerà un campione vero, non un outsider. «A mia memoria, un Giro così duro non lo ricordo: le due crono daranno equilibrio, ma qui conterà avere tante energie ed essere in palla fin dai primi giorni, visto che c’è subito l’Etna», conferma Nibali, per la prima volta nel ruolo di rivale di Aru. Al quale il percorso 2017 non piace soltanto perché parte dalla sua Sardegna, dove l’ultima volta, un decennio fa, lo seguì da spettatore a bordo strada: «Vedo una corsa molta incerta, la crono conclusiva può dire tanto: questa incertezza piacerà alla gente».

Incertezza ce ne sarà poca, se il cast resterà questo: è più completo Nibali di Aru per un percorso che comincerà a vuotare i serbatoi fin dalla prima settimana e li prosciugherà alla terza. Che possa saltar fuori un terzo incomodo lo dirà il lavoro dell’organizzazione, alla quale il nuovo patron Cairo chiede di accorciare le distanze dal Tour, senza però al momento averne i campioni: ad un Giro così importante non vedremo Quintana, al quale i francesi hanno già apparecchiato la tavola, idem Froome che invece dovrebbe farci un pensierino, perché al keniano bianco strizzano l’occhio i sei arrivi in salita e ancor di più le crono.

Degli altroI, anche il baby rivelazione Chaves si sta facendo contagiare dal mal di Francia, mentre lo sponsor italiano potrebbe chiedere a Contador di esserci. «Sarebbe bello presentarsi già in rosa nella mia Messina», sorride Nibali davanti a un tracciato che, Marche escluse, tocca l’intero Stivale e va persino in autostrada (fra Forlì e Reggio Emilia, sull’Appennino). Un Giro che non si negherà niente, con una sfilza di tapponi che spingeranno i velocisti a tornare a casa con abbondante anticipo. Intanto, per presentarsi, non si è negato un’estenuante maratona, due ore e un quarto di chiacchiere e amarcord per dare un senso a un’edizione tonda che extralarge potrà diventare solo offrendo i migliori.